La baionetta e la croce
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La baionetta e la croce
Compagnia teatrale:
Quelli del Martedì
Commedia di:
Alessandro Morganti
Angelo Pecorelli
2017-2018
Regia di Franco Borgna, Alessandro Morganti e
Angelo Pecorelli
Sinossi
La commedia è ambientata in una chiesetta in cima al monte Matajur, sulle Dolomiti, il 26 ottobre 1917. La trama prende spunto da fatti realmente accaduti: nel corso della battaglia di Caporetto, il tenente Rommel (il futuro feldmaresciallo) ne conquistò la cima, sulla quale spicca ancora oggi la chiesetta del Cristo Redentore, distrutta e poi ricostruita dopo le vicende belliche legate alla battaglia di Caporetto.
Da queste premesse prende l’avvio la parte di pura fantasia: quando mancano poche ore alla disfatta di Caporetto, due disertori italiani, i fanti Cristofori e Palmieri, si rifugiano nella chiesetta bombardata in cima al Matajur. La chiesa è deserta, non c’è traccia del prete. I due non si conoscono, e dopo essersi brevemente consultati sul da farsi decidono di scappare dalla parte opposta del fronte di battaglia. Ma improvvisamente sentono arrivare altri fanti, e devono nascondersi nella sagrestia, dalla quale tornano in scena travestiti da prete e chierichetto. Arrivano a trovar rifugio altri personaggi: tutti sono costretti a restare nella chiesa, mentre l’accerchiamento dei tedeschi si fa sempre più pressante. E in un susseguirsi di colpi di scena e inattese rivelazioni ognuno dovrà decidere se fuggire, arrendersi o combattere fino all’ultimo.
PERSONAGGI
I personaggi sono caratterizzati anzitutto dall’uso del dialetto della regione d’appartenenza. La prima Guerra, che seguì di poco più di un trentennio la nascita dello Stato italiano, vide anche l’improvviso ritrovarsi sul fronte di guerra di milioni di soldati che parlavano dialetti diversi, e dal punto di vista dell’esperienza linguistica fu un episodio unico e memorabile. Alla diversità linguistica – e culturale – corrisponde però, nella commedia, una comunanza di sentimenti: la paura della morte, l’angoscia di fronte alla follia della guerra, il dubbio se scappare o restare in soccorso dei compagni che fanno il proprio dovere. Ognuno reagisce a proprio modo: c’è chi perde definitivamente la fede in Dio, chi la ritrova, chi scopre improvvisamente di possedere il senso del dovere e della solidarietà per i compagni, chi invece pensa solo a se stesso.
Il fante Cristofori: proveniente dal paesino di Caprarola, vicino a Viterbo, è un disertore che sembra non aver mai avuto fede in nulla e la ritrova nei panni di un finto prete, quando si trova a dover sostenere le intime confessioni degli altri.
L’alpino Valdemarin: è un reduce del Risorgimento che ha combattuto con Garibaldi; per questo è legato a ideali romantici e disgustato dall’assurdità della Grande Guerra; è anticlericale ma nell’antefatto porta in salvo il vero prete della chiesa (smarrisce in questa occasione la penna da alpino) e riconosce poi le qualità umane del finto prete Cristofori (“… sei più prete te di un prete vero…”).
Il fante Mazzola: è un pecoraio ciociaro con moglie e figli; finge di essere uno “scemo di guerra” ma anche lui ritrova il senso del dovere, riscattandosi nell’estrema difesa della chiesetta.
Il tenente medico Mangoni e la crocerossina Caterina: vivono una segreta storia d’amore nata tra gli orrori degli ospedali da campo; lei lo va a cercare per fuggire insieme, ma lui è ormai deciso a riscattare la propria vigliaccheria, e la fa mettere in salvo dall’alpino; Caterina, unico personaggio sopravvissuto della storia, aspetta un figlio e simboleggia così la speranza per un nuovo mondo.
Il caporale Invernizzi e il sergente senza nome: l’uno milanese e l’altro napoletano, rappresentano tutti quelli che hanno compiuto il proprio dovere pur senza nutrire particolari convinzioni politiche o militariste; il sergente napoletano è il primo a morire, subito dopo avere detto cosa lo spinge ad andare avanti (“… non lo faccio né per i Savoia né per Diaz, ma per quei poveri disgraziati che si sono fatti ammazzare per fare il dovere loro…”); la sua morte innesca una crisi di coscienza in tutti gli altri.
Il fante Frizzi: disertore toscano che conosce la lingua tedesca; di natura infida e opportunista, passa continuamente da una parte all’altra a seconda della convenienza ed è l’unico personaggio a non vivere una redenzione.
Il soldato tedesco: un milite, anch’egli senza nome, dell’altro fronte.
Attori & Cast
Simone Narduzzi
Luigi Moneta
Angelo Pecorelli
Gabriele Rita
Alessio Mascagna
Franco Borgna
Arcangelo Borgna
Angelo Borgna
Stefania Marcelli
Federico Bruziches